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Pàolo, Giulio.

Giureconsulto romano. Attivo all'epoca dei Severi, fu allievo di Cervidio Scevola e assessore di Papiniano, prefetto del pretorio sotto Alessandro Severo. È dubbio, inoltre, se abbia anche ricoperto personalmente tale carica congiuntamente a Ulpiano. Benché non ci sia pervenuta tutta la sua produzione, che fu in realtà assai vasta, P. esercitò la sua influenza in campo giuridico per tutto il tardo Impero, tanto che nella costituzione di Valentiniano III e Teodosio II del 426, egli fu uno dei cinque giuristi il cui parere era considerato vincolante. Gran parte delle sue opere, inoltre, fu utilizzata nella compilazione voluta da Giustiniano. Abbiamo conoscenza diretta solo di 86 dei 320 titoli che gli si attribuiscono; tra essi ricordiamo: 78 libri ad edictum (oltre i due ad edictum aedilium curulium), 16 libri ad Sabinum, 25 libri di quaestiones e 23 di responsa, a cui si aggiungono monografie, commenti a singole leggi, trattazioni su alcuni istituti giuridici, raccolte di decreta imperiali, basate sull'attività da lui svolta nel consilium imperialis, e infine note a giureconsulti precedenti. Di P. conosciamo anche opere basilari come le institutiones e le regulae. Lo studio del corpus paolino ha evidenziato la sua statura di pensatore autonomo e originale, che sfuggì a un ruolo di mero raccoglitore e commentatore della tradizione a lui precedente, pur avendo compiuto anche un ampio lavoro di catalogazione giurisprudenziale (III sec.).